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LA GUERRA MONDIALE DEL SIGNOR CHAVEZ

di Asdrúbal Aguiar

09.02.05 | Tra proclami contro l’imperialismo ed accuse dirette alla Colombia e la sua oligarchia, Hugo Chavez, artista nella manipolazione dei doppi discorsi, ha messo in marcia La Nuova Fase: Il Nuovo Mappa Strategico che guiderà la sua rivoluzione d’ora in avanti.

Si tratta di un documento rivelatore, molto grave e che stranamente vaga orfano senza una reazione nè dall’opposizione nè dalla comunità internazionale.

Dieci obiettivi strategici introducono e guidano il discorso presidenziale del 17 novembre scorso davanti alle Forze Armate e i seguaci del regime; e sono presentati come una sorte di architettura neo costituzionale che, in pratica, getta a mare gli ambigui contenuti della Costituzione del 1999.

La “revoluciòn bolivariana”vuole mettersi a nudo e mostrarsi finalmente quello che realmente è, senza ulteriori dilazioni.

Chavez in quel momento è stato sincero con la sua gente come non lo è stato prima con il paese, quando ha rivelato due dati fondamentali sul recente passato: “Se non avessimo fatto la ‘cedulacion’ (Granda dixit) ah Dio mio! credo che avremmo perso persino il Referendum Revocatorio” (si allude alla massiccia ed irregolare campagna d’ identificazione ed iscrizione al registro elettorale di più di 2 milioni di indocumentati, tra cui molti stranieri nazionalizzati altrettanto irregolarmente in tempo reale) . “Ho cominciato a chiedere appoggio a Fidel....e mi ha risposto: se c’è qualcosa che io so è proprio di questo, puoi contare con il mio appoggio”.

Inoltre è stato molto chiaro davanti a tutto il paese e la sua gente quando ha affermato che “non è ancora il momento” della enunziazione di fede comunista, senza però avvertire che “nessuno può sapere cosa accadrà in futuro, (giacchè) il mondo si sta muovendo”.

La verità in ogni caso è che il signor Chavez ha deciso di usare le maniere forti e come direbbero dalle sue parti, ed è disposto a giocarsi il tutto per tutto.

Vediamo perché.

Poco tempo fa, come sappiamo, sono state approvate in maniera per nulla ortodossa, tanto per dirla con parole dolci, la Legge Organica del Tribunale Supremo di Giustizia, che assicura a Chavez un controllo pieno sui giudici venezuelani; la Legge per la regolamentazione ufficiale dei contenuti informativi di radio e televisione e in ultimo, la Riforma del Codice Penale.

Tutto ciò rappresenta il supporto necessario per i propositi che solo ora Chavez rivela senza ambiguità, nella Nuova Fase (1) “Impedire che si riorganizzino” i quadri dell’opposizione e per questo bisogna “attaccarli e perseguitarli senza sosta”, mediante la “imputocracia” (un regime di continua incriminazione) – come ben denunciato da Fernando Egaña – e il conseguente uso dei giudici per “l’incriminazione” della dissidenza. (2) “Formare e identificare la popolazione con i valori, l’etica e l’ideologia della Rivoluzione Bolivariana” e “educarla nei principi militari di disciplina, amore per la patria ed obbedienza”, facendo appello alla rete di radio e televisione e castigando gli editori e giornalisti remissivi e controrivoluzionari.

Subito dopo annuncia la cosidetta internazionalizzazione del processo o del transito da una situazione di dominio interno ad una di confrontazione esterna, come aveva descritto nell’Albero delle tre radici.

Secondo la Nuova Fase, il previsto cambio del “pensiero militare” per uno diverso, e per il quale Chavez stesso propone ad Alì Rodriguez di “richiamare exguerriglieri” [come Mayoga] affinchè appoggino le Forze Armate, spiegherebbe alcune enunciazioni precise e molto precedenti all’insolenza del caso del Ministro degli Esteri delle FARC Rodrigo Granda: “Dotare le Forze Armate dei mezzi necessari” [da qui i noti contratti militari con l’Europa Occidentale, Russia e Cina] per “rafforzare le azioni difensive nella zona di frontiera con la Colombia...in vista dell’implementazione del Plan Colombia”.

Il volo di Chavez, però, non sarà breve nè si limiterà alla vicina Repubblica di Colombia, che sarà appena un’icona o la piazza da gioco pericoloso di esportazione rivoluzionaria proposta nella Nuova Fase. Le sue parole non hanno bisogno di postille:

“L’avvicinamento con la Spagna è vitale per la nostra rivoluzione”. “Dobbiamo approffittare gli scontri tra i grandi”. “L’Unione Europea....è molto importante, perchè indebolisce gli Stati Uniti”. “E’ giunto il momento di concretare l’unione [con la Cina]” e di “focalizzare le relazioni con paesi strategici dell’Africa”. Intanto, “siamo amici della Libia e del Colonnello Ghadafi”, e nel frattempo “faremo una contribuzione” [alla Repubblica Araba Saharaui]

Questo vai e vieni della “revolucion bonita” ad ogni angolo del mondo, lo precisa Chavez nel suo discorso in comento prima di dettare ai suoi ascoltatori un’ordine perentorio:

“La nostra strategia dev’essere spaccare quell’asse” Bogotà-Quito-Lima-La Paz-Santiago del Cile, “dominato dal Pentagono” e diverso dall’asse Caracas-Brasilia-Buenos Aires. “Credo che non è un sogno, credo che mai prima c’era stata una situazione come questa in America. Tre anni fa eravamo [solamente] Cuba e Venezuela...”. “Utilizzeremo tutte le strategie possibili, da una strategia di difesa mobile davanti al gigante, fino ad un attacco”.

Senza commenti.

Asdrubal Aguiar Avvocato - Costituzionalista - Professore associato della Facoltà di diritto dell'Università Cattolica Andres Bello e professore dell'Istituto di Alti Studi della Difesa Nazionale e della Scuola Superiore di Guerra Navale. - E' stato Magistrato della Corte Interamericana dei Diritti Umani e coredattore del progetto di Dichiarazione Universale dell'UNESCO sui Diritti Umani della Pace. -Ministro degli Interni e Segreteria della Presidenza durante il periodo 94-99 -Membro della Commissione di Negoziazioni e Accordi e portavoce della Coordinadora Democratica.



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