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Lettera all'Ambasciatore d'Italia a Venezuela

Di Riccardo Sinta

11.07.05 | Ambasciatore, Non credo sia indispensabile essere iscritto a qualche Consolato italiano in Venezuela per esprimere le proprie opinioni sull'incontro da lei organizzato tra alcuni rappresentanti della comunità italo - venezuelana e il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela; opinioni, tra l’altro, condivise da molti. Ma, visto che si è incomodato a “puntualizzare alcuni aspetti”, nonostante non sia sua abitudine, e ritenendo quindi che le mie argomentazioni abbiano suscitato il suo interesse, mi permetta di aggiungere ulteriori commenti agli aspetti da lei citati.

1- Obiettivamente, l'incontro che si è tenuto a Miraflores non avrebbe avuto nulla di particolare né di criticabile se fosse stato mantenuto nei limiti di uno dei tanti incontri per lo scambio culturale ed economico; si è invece voluto includervi un tema politico che è ben noto quanto sia scottante in questo momento in Venezuela! Ritengo infatti sappia bene come la società venezuelana sia divisa, trascinando in questa spaccatura anche la nostra comunità. Basti ricordare che nelle varie ONG che fanno democraticamente opposizione all'attuale governo venezuelano, ci sono moltissimi italo - venezuelani, senza parlare poi dei tanti italo - venezuelani licenziati da PDVSA o da quelli che, avendo perso il lavoro sono dovuti emigrare o rientrare in Italia. Questi italo - venezuelani sicuramente non si sono sentiti per nulla identificati con le persone presenti all’incontro. Infatti, anche se, come lei dice, i partecipanti sono stati scelti in quanto "rappresentanti" della nostra comunità, va ribattuto che:

a) i presidenti dei COMITES e CGIE presenti hanno l'incarico di rappresentare i cittadini italiani in Venezuela di fronte al Governo italiano e non di interpretare l’opinione politica della comunità italo – venezuelana a fronte dell’operato del Governo venezuelano attuale. Non risulta Infatti che la comunità italo - venezuelana... confía en el éxito de la gestión del Gobierno revolucionario come invece sostiene il signor Di Martino, il quale avrebbe potuto esprimere questa opinione esclusivamente a titolo personale, ma mai in quanto rappresentante della nostra comunità visto che non risulta che si siano fatte riunioni previe a questo incontro, nel quale si autorizzava loro di rappresentare l'intera comunità.

b) Anche i presidenti delle Associazioni e dei "Centri Italo" hanno ricevuto il solo incarico di gestire i vari centri e non di rappresentare gli iscritti in un incontro politico. Lo stesso va detto per le eminenti personalità che hanno ricevuto onoreficenze dal presidente della Repubblica italiana, alle quali nessuno può vietare di esprimere opinioni politiche, sempre che siano rese a titolo personale; mentre i presidenti delle associazioni di categoria e della Camera di Commercio italo – venezuelana, fanno sicuramente il loro dovere ad assistere a queste riunioni e non risulta che abbiano fatto dichiarazioni politiche in pro del Governo Bolivariano

c) Ma i rappresentanti delle grandi imprese, invece……., ecco la nota dolente! Non si sono limitati ad esternare il loro appoggio a Chavez in loro esclusivo nome, cosa comunque biasimevole dato che in qualsiasi paese emancipato un imprenditore si qualifica per la sua opera e non per le sue inclinazioni politiche, specie trattandosi di un ospite fuori da casa sua!

d) Mi domando chi stesse lì a rappresentare gli impresari italiani che si sono visti rifiutare il rinnovo dei loro contratti perchè “avevano firmato” – ricordi, Ambasciatore la famigerata lista Tascon - o che hanno dovuto chiudere i battenti della loro azienda dopo magari 40 anni di lavoro. Perché l’Ambasciata ha invece scelto o si è sentita in dovere di affidare tale rappresentanza ad uno di quegli uomini d’ogni stagione, il grande impresario contento, oggi, della gestione del presidente della Repubblica Bolivariana, come lo fu, ieri, della gestione dei governi precedenti?

Ritengo del tutto arbitrario, oltre che gravemente erroneo, il fatto che la nostra Ambasciata abbia preteso dipingere pubblicamente come pro chavista una comunità italiana in Venezuela che nella sua maggioranza non appoggia o è estranea a questo Governo Rivoluzionario! Perché, Ambasciatore, voler dimostrare al Governo italiano il contrario? Forse per facilitare gli accordi che si stanno portando a termine in questi giorni? O per preparare un terreno meno spinoso per la visita del Presidente Bolivariano a Roma? Ho l'impressione però che l’Ambasciata stia ottenendo l'effetto contrario e si sia attirata, quanto meno, il grande sdegno dell’intera comunità italo – venezuelana.

2- Stia certo, Ambasciatore, che ciò peserà anche sulla visita privata di Chavez a Roma il prossimo agosto, nella quale, anche se a lei non risulta sarà accompagnato da 340 persone, almeno secondo quanto si legge sui quotidiani venezuelani. E' ormai da settimane che se ne parla, se consulta i quotidiani venezuelani lo potrà comprovare lei stesso.

3- Quella che lei chiama ineffabilmente “recessione verificatasi in Venezuela nei primi anni duemila”, e da lei indicata come causa del fatto che “si è venuta a creare una massa di concittadini che si trovano al limite o al di sotto della soglia di povertà”, è, spero lo intuisca, frutto dell’azione del governo Chavez; recessione inspiegabile –se non in chiave politica: il finanziamento con fondi dello Stato della rivoluzione bolivariana, dei movimenti della sinistra radicale latinoamericana e di Cuba- avvenuta in presenza di introiti fiscali ingenti, come mai nessun altro governo venezuelano ha avuto (più di tremila miliardi di dollari?), per i quali, oltre tutto, il Venezuela non può neanche essere considerato “paese eleggibile per l’aiuto internazionale” secondo i parametri dell’ONU e della UE. Ciò nonostante, i “primi anni duemila”, ovvero quelli della gestione chavez, vedono il Venezuela immiserirsi severamente, con un tasso di povertà che supera l’80% e di povertà critica di oltre il 50.

E’ in tale contesto che anche la nostra comunità s’impoverisce con le punte di povertà estreme da lei stesso indicate, quale ricaduta infelice del disastroso operato del governo Chavez. E anche se è vero che il Governo italiano è 'ora' consapevole del fatto che gli italiani in Venezuela hanno risentito pesantemente della crisi venezuelana e che ora si stanno offrendo aiuti e si stanno compiendo sforzi significativi, va sottolineato che ancora non si dicono quali siano state le cause di tale collettivo impoverimento. Oltre tutto va anche detto come tale consapevolezza della difficile situazione dei nostri connazionali avvenga solo da quando tale situazione è stata denunciata pubblicamente da vari quotidiani, come Il Corriere della Sera, oltre che da quotidiani italiani in Venezuela. Il fatto che l'anno scorso siano stati rispediti al mittente fondi che erano destinati agli indigenti mentre lei continuava a dichiarare che tutti gli italiani in Venezuela stanno bene è molto illuminante, mi creda, di tale suo modo, allo stile di “tutto va ben madama la marchesa …” . Tanto è che in un’intervista alla “Voce d'Italia” lei ha poi dovuto ammettere l'errore commesso. Insomma, se ora gli aiuti si stanno effettivamente dando è solo perchè alcuni concittadini si sono presi la briga di insistere e continuare a denunciare ciò che lei, Ambasciatore, aveva insistentemente negato.

4- Le ricordo che l'Unione Europea non ha inviato osservatori per il referendum Revocatorio perchè le restrizioni imposte dal CNE non avrebbero consentito, a dire della stessa UE, un'osservazione completa, utile e seria. Era, infatti, intenzione dell'Unione Europea inviare essenzialmente osservatori esperti in informatica, date le caratteristiche così spinte in senso informatizzato del processo referendario e considerando la scarsa affidabilità delle votazioni espresse solo ed esclusivamente per via telematica, meno ancora con le modalità volute dal CNE.

Perché sarà secondo lei, Ambasciatore, che il CNE non ha assolutamente consentito che un’imparziale UE mettesse il naso negli oscuri giochi informatici del processo referendario? Oltre alle ingiustificate, frettolose dichiarazioni di Gaviria e Carter, spero ricordi anche tutte le irregolarità e le angherie inventate dal CNE totalmente chavista, o le innumerevoli prove, testimonianze ed evidenze delle irregolarità commesse: dagli studi dell’MIT- Harvard, alle prove di irregolare “cedulacion” e nazionalizzazione di circa due milioni di immigrati clandestini, fino allo studio sistematico del processo condotto dall’avvocato Tulio Alvarez, con il quale si è dimostrata la persistenza di uno stato di “frode sistematica e continua” da prima del momento della raccolta delle firme fino all' oscura conclusione con le “Smart Matic” i cui comprovanti elettorali sono stati, come spero saprà, inghiottiti dal regime, senza che ve ne sia rimasta traccia. Non mi dica che lei non sa che se solo una minima parte delle tante irregolarità dimostrate che hanno costellato l’intero processo fosse accaduta in Italia tutto il processo sarebbe stato invalidato e in mano alla magistratura.

5- Per quanto risulta dalle informazioni diffuse dai quotidiani, l'Unione Europea, contrariamente a quanto lei dice, non invierà osservatori internazionali per le prossime elezioni legislative perchè, a suo dire, essa non ha mai effettuato osservazioni per elezioni che non siano quelle presidenziali. L’UE si è invece messa a disposizione per le elezioni presidenziali del 2006, secondo le informazioni diffuse dalla stessa Unione Europea.

Come ho già ricordato nel mio precedente scritto, in questi giorni è stata o sarà inviata al presidente Ciampi una lettera appoggiata da oltre 1600 persone che sicuramente non si sentono rappresentate nè da lei nè da coloro che sono intervenuti all'incontro di Miraflores.

Infine, mi permetterei suggerirle, Ambasciatore, di approfondire la conoscenza della comunità che lei rappresenta, comunità le cui condizioni nella stragrande maggioranza non sono certo quelle dei partecipanti all’incontro con Chavez e che oltre a soffrire l’impoverimento attuale, è fortemente preoccupata per tutti i fatti che hanno caratterizzato, dal ’98 ad oggi, il governo del tenente colonnello golpista Hugo Chavez Frias, e che hanno portato il paese verso un regime autoritario dove il rispetto dei diritti umani e la divisione dei poteri dello Stato, fattori fondamentali di un regime democratico, sono ormai un ricordo. Ma, ancor più, per “l’inaccettabile gioco”, come lo chiama Lucia Annunziata nel suo articolo su La Stmpa di lunedì 27 giugno u.s., che si sta profilando a danno dell’occidente, patrocinato da Cuba, Russia, Cina e il fondamentalismo islamico, e che ha trovato ultimamente occasione di consolidamento con l’affermarsi dell’asse petrolifero – nucleare Venezuela-Iran.

Non anteponga Ambasciatore gli interessi commerciali di pochi a fronte di una situazione che merita la più attenta valutazione e sulla quale ormai gli USA stanno attentamente riflettendo.



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