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HEZBOLLAH in Venezuela: Chavez si unisce ai terroristi nel suo cammino al martirio

Di Gustavo Coronel and Venezuelatoday.net

Settembre 1, 2006 – Nella penisola della Guajira, un territorio politicamente diviso tra Venezuela e Colombia, i nativi, membri della tribu dei Wayuu, si muovono attraverso il confine politico senza nessuna restrizione. Vivendo lì dapprima della costituzione del Venezuela e della Colombia essi pensano a loro stessi come ad un'unica entità nazionale.

Recentemente un gruppo di alieni inquietanti è apparso nei loro territori desertici: gli Hezbollah. Il loro fanatismo islamico sta penetrando rapidamente la tribu dei Wayuu, addottrinandone i membri, per convertirli in fanatici islamici capaci di diffondere lo stesso messaggio terrorista che ha già causato caos, morte e miseria nel Medio Oriente. Il gruppo Hezbollah sbarcato in Venezuela sta perseguendo apertamente questo obiettivo stando dal lato venezuelano della peninsola della Guajira e divulgando via Internet un documento illustrante la loro strategia “per cambiare il Venezuela”, che comprende:

· La totale distruzione dell’”industria del sesso” (qualunque cosa ciò significhi),

· L’attacco alle classi alte, “che sono le più corrotte”, e tutti i colletti bianchi, considerati criminali, per poi continuare questa pulizia verso il basso,

· L’attacco alla corruzione nel governo (che non è una cattiva idea) e nelle masse, sia civili che militari,

· L’attacco ai falsi idoli e ai culti satanici, come da loro definiti.

Il logo che campeggia nella pagina principale del su indicato documento è un fucile AK-47. La propaganda attestante la presenza della sussidiaria venezuelana di Hezbollah che appare nel Web (ospitata da Microsoft) parla dell’insediamento del regno di Dio in Venezuela mediante l’imposizione di un governo militarista-teocratico; una miscela esplosiva simile a quella che già esiste in Iran. Nella pagina viene dichiarato che: “Il breve godimento della vita nella terra è meschino. Per quelli che seguono Allah l’altra vita sarà migliore.” Dove, prima, avevamo ascoltato tali cose? Ma nei foglietti propagandistici incoraggianti le missioni suicide di bambini e giovani in Palestina!

E’ l’Hezbollah del Venezuela una realtà? O è solo il prodotto di qualche umorista macabro? Le fotografie disponibili fanno pensare che si tratti di una realtà. Questa presenza inquietante nel territorio venezuelano impone un’indagine immediata e un’azione decisa, s’è vera, per sradicare questa peste dal nostro paese. Purtroppo Chavez sta appoggiando gli Hezbollah nel Medio Oriente ed è da credere che appoggerà il loro criminale impegno in Venezuela. Chissà se le NN.UU. e l’ O.S.A ne prenderanno nota!

Il Venezuela si sta deteriorando fino a un punto di non ritorno

(Quanto sopra si verifica mentre - ndt) la situazione sociale e politica venezuelana ha raggiunto il punto in cui solo una maggiore, più forte attivazione da parte della società civile, potrà salvare il paese dal cadere irreversiblemente nelle mani della banda di fanatici senza cultura di Chavez. Quelli che stanno seguendo con attenzione la situazione venezuelana possono vedere chiaramente come la società venezuelana si stia dissolvendo, convertendosi in un’opera “orror”, come qualcosa di uscito dall’House of Usher di Edgar Allan Poe o della più morbida fizione di H.P. Lovecraft.

All’interno, la democrazia e i diritti umani sono stati impudentemente messi da parte e rimpiazzati dagli abusi di un gruppo di burocrati (tipo Neanderthal) spinti dall’odio sociale e razziale. Il Sindaco di Caracas, Juan Barreto, è recentemente esploso in TV, insultando i suoi colleghi (sindaci dell’opposizione ndt), in una esibizione di stampo stalinista che ha lasciato di stucco i telespetattaori. Pochi giorni dopo quest’uomo completava l’opera decretando l’ “espropriazione” dei campi da golf dei due principali club privati di Caracas, per “costruire case per i poveri”! Come se questi (costosissimi - ndt) terreni fossero gli unici disponibili nel paese per costruirvi case popolari. E questi non sono che i due ultimi esempi di come il regime sta agendo. L’esercizio del governo, nella Venezuela di Chavez, è diventato una competizione tra gangster, dove emerge chi è più corroto, più incivile e più distruttivo.

Mentre questi gangster imperversano in un Venezuela diventato ormai una versione tropicale della Gotham City, Hugo Chavez gira il mondo in cerca di alleati per la sua pretesa coalizione anti-USA. Malgrado ciò, il presidente Bush “non considera Chavez una minaccia”. Nell’articolo di Jackson Diehl: “La guerra delle parole di Chavez”, - The Washington Post, 7 agosto 2006 - vengono riportati in dettaglio gli sforzi che Chavez sta facendo per creare tale alleanza, ma relega tali sforzi ad una mera “guerra di parole”.

Non è da esserne tanto sicuri. Chavez è stato a lungo sottovalutato. Egli viene generalmente percepito come un clown senza cultura, come una persona con sogni irrealistici di grandezza e come uno stravagante politico sostenente un’ideologia obsoleta. Questo è pur vero, ma Hugo Chavez è anche un uomo molto pericoloso, con una ingente borsa di denaro e con un profondo complesso d’inferiorità intrecciato con componenti sociali e raziali. E’ da credere che egli sia disposto a qualsiasi cosa pur di lasciare un’impronta nella storia; non importa cosa, come e quando. Scenario, questo, da prendere in seria considerazione, onde evitare sgradite sorprese per la sicurezza dell’emisferio occidentale.

Oggi, Hugo Chavez sta apertamente parteggiando per gli stati terroristi della Corea del Nord, Iran, Siria e Cuba. Ciò ha fatto si che il governo statunitense, mediante la creazione del “Mission Management” per Cuba e Venezuela (precedentemente istituito solo per Iran e Corea del Nord), abbia finalmente attribuito all’asse Castro-Chavez la priorità che merita. Questa mossa, che ha al tempo stesso compiacuto e preoccupato Chavez, lo ha in conseguenza indotto ad accelerare la creazione della (su menzionata – ndt) coalizione globale contro gli USA

Le tre strategie di Chavez

Per fare questo,Chavez sta conducendo una strategia a tre obiettivi:

(1) Uno, piuttosto ortodosso, diretto a dissuadere gli Stati Uniti da azioni militari e consistente nell’acquistare armi per un valore di circa 5 miliardi di dollari alla Russia, Spagna e Bielorussia (caccia multi-uso, navi porta elicotteri, fucili d’assalto e altro dalla Russia; corvette e navi pattuglia dalla Spagana; e sistemi missilistici anti-aeri dalla Bielorussia),.

(2) Un secondo, volto sostanzialmente a minacciare gli Stati Uniti di diminuire le esportazioni di petrolio. Chavez sta vendendo a tal fine attivi e capitali di CITGO (una corporazione possedente raffinerie dedicate e una tra le maggiori catene di distributori di carburante negli USA, di proprietà di PDVSA - ndt) a basso prezzo per proteggersi dal congelamento dei medesimi negli Stati Uniti. Sta inoltre cercando di coinvolgere la Cina quale cliente atto e rimpiazzare gli USA, promettendole abbastanza irrealisticamente, 500.000 barili di petrolio al giorno per i prossimi cinque anni (i cinesi sanno che questa è una promessa vuota, ma cercheranno di ottenere il massimo da Chavez, fincchè dura, mentre irridono il suo stravagante comportamento). A corollario di tale strategia, Chavez, puntando sull’Iran, sta tentando di spingere in su i prezzi del greggio in seno all’OPEC e sta incoraggiando, attraverso promesse di denaro, altri attori petroliferi internazionali relativamente minori come il dittatore del Ciad, il presidente boliviano Evo Morales e il governo ecuadoriano, a diventare più agressivi nei confronti delle multinazionali estere (soprattutto quelle americane). La visita di Chavez ad Angola va vista come una mossa scontata per attaccare la vulnerabilità degli USA in quanto alle importazioni petrolifere. Angola produce più di un milione di barili giorno di qualità eccellente e quasi 600.000 barili al giorno sono esportati negli Stati Uniti. Qualsiasi restrizione di questo approvigionamento, se combinato con restrizioni da parte del Venezuela delle esportazioni di petrolio, avrebbe un impatto drammatico nell' economia USA, soprattutto se rafforzate da altre azioni come quelle contro le compagnie petrolifere americane da parte del dittatore del Ciad.

Le strategie su menzionate sono, ovviamente, molto dannose per il popolo venezuelano, e risultano essere particolarmente dannose per gli interessi nazionali americani, ma non comportano una minaccia immediata di violenza a larga scala per l’emisfero. C’è però un terzo punto della strategia che viene perseguita da Chavez che potrebbe rivelarsi il più pericoloso. Esso ha a che vedere con il possibile acquisto di armi di distruzione di massa dalla Corea del Nord ed il possibile acquisto di armamento nucleare dall’Iran, nonché di altro armamento dalla Siria. Chavez o suoi colaboratori hanno visitato l’Iran sei volte durante gli ultimi sette anni. Nella sua ultima visita Chavez ha pregato Dio di “immobilizzare i mostri”, terminando la sua richiesta dicendo: “Inshallah” Dio voglia (ojalà in spagnolo, God willing in inglese). E’ evidente che nella mente di Chavez questi strumenti per immobilizzare potrebbero essere missili o, peggio ancora, armi nucleari. L’oppositore Consiglio Nazionale di Resistenza dell’Iran ha detto che il paese sarà in condizioni di cominciare a produrre armi nucleari dall’anno prossimo, in installazioni situate a nord est di Teheran. Un articolo di Rowan Scarborough in The Washington Times (31 agosto 2006) dice che i militari americani stimano che la bomba nucleare iraniana non potrà realizzarsi prima di cinque anni, ma ha anche aggiunto che sarebbe pericoloso pensare che vi è ancora tempo per agire. Nel caso dell’Iraq, scrive, si è riscontrato che il regime di Hussein era molto più vicino alla produzione di armi nucleri di quanto stimavano gli americani; e lo stesso potrebbe essere vero nel caso dell’Iran. Le armi nucleari sono essenziali per il consolidamento dell’imperialismo islamico, sostiene il Consiglio Nazionale di Resistenza dell’Iran, al chiedere azioni immediate contro il regime di Ahmadinejad.

Ripeterà Chavez la crisi cubana dei missile del 1960?

Una cosa è evidente: il regime di Chavez giocherà un ruolo importante nella questione del potere nucleare iraniano, probabilmente un ruolo simile a quello di Castro nella crisi misilistica di Cuba del 1960. La retorica di Chavez coincide ora con le sue azioni. Egli probabilmente stima che non c’è rischio addizionale nel manifestare il suo totalitarismo e forse molto da guadagnare nei cuori e menti del mondo islamico. Questa posizione aperta di Chavez in alleanza con i regimi terroristi del mondo è stata confermata ulteriormente con la sua recente visita a Siria, dove ha apertamente manifestato di volere una solida alleanza con il regime di Bashar al-Asad. In Siria probabilmente l’hanno informato sulla performance degli armamenti dati dai siriani agli Hezbollah in Libano, sperando di ottenere alcune di queste armi per l’arsenale venezuelano. L’arma più efficace usata dagli Hezbollah contro l’esercito israeliano è costituita dai Vampir RPG-29, in combinazione con le testate HEAT (alto esplosivo anticarro); specialmente, il missile anticarro guidato dai laser Kornet-E (Kommersant, 23 agosto 2006 e The Washington Times, 25 agosto 2006, riportato da Bill Gertz e Rowan Scarborough). Queste due armi sono fabricate in Russia ed esportate in Siria, da dove sono passate in Libano. Insieme all’Iran, la Siria è diventata il principale fornitore di armi degli Hezbollah. Recentemente il governo USA ha congelato i beni di due generali siriani, Ikthiyar e Jama’a, negli USA, per il loro appoggio aperto agli Hezbollah in Libano. Se gli Hezbollah sono, come sembra, attualmente presenti nel territorio venezuelano, il congelamento degli attivi dei burocrati venezuelani negli Stati Uniti potrebbe essere vicino. Non è difficile prevedere che, una volta messe a punto, le tre strategie sviluppate da Chavez costituiranno una minaccia crescente per la stabilità dell’emisfero e, anche, del mondo.

Chavez probablemente sparirà “non con un botto ma con un frigno”

Se e quando gli Stati Uniti si muoveranno militarmente contro il regime iraniano, una mossa parallela contro Venezuela (e Cuba) sembrerebbe inevitabile; infatti, Chavez chiuderebbe immediatamente le esportazioni di petrolio agli USA. Non vi è dubbio che Chavez desidera che ciò avvenga, dato che un tale scenario è l’unico in grado di convertirlo in una figura storica significativa, con vocazione di martirio. Altrimenti, la sua inettitudine e buffoneria lo condannerebbero a sparire, non con un botto, ma frignando! Come T. H. Helliot ha previsto succeda per la fine del Mondo.

Source Venezuela Today

Traduzione B.B.



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